Un regalo di ceramica per una bimba vivace
Era la fine degli anni Cinquanta. Io ero nella mia prima infanzia e trascorrevo l’estate con mia madre in un paesino delle Alpi dove lei faceva un lavoro stagionale presso una comunità di ipovedenti. Mentre lavorava, io andavo in passeggiata con il gruppo, seguita dalle accompagnatrici oppure passavo il tempo a giocare nel giardino o nelle sale della musica e della lettura.
Ero molto vivace e ne combinano sempre delle mie, nonostante le raccomandazioni, gli insegnamenti e tutti gli occhi vigili che avevo addosso. D’altra parte ero immersa in un paesaggio meraviglioso, che invitava alle scoperte, al movimento, alla libertà…ero un piccolo animaletto inebriato da tanta bellezza e novità.
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Accadde che, per raccogliere fiori di campo, mi persi per ore in una prateria, un’altra volta, curiosa di imitare le villeggianti..provai a fare come loro nella stanza da stiro e bruciai tutto il piano di appoggio. Mia madre era arrabbiata e preoccupata. Un giorno la direttrice della comunità, di ritorno da uno dei suoi viaggi mi portò un regalo…una tavoletta di ceramica nera e lucida, con un delicato disegno raffigurante San Francesco che ammansiva il lupo di Gubbio….Due cose al mondo non ti abbandoneranno mai -recitava la scritta- l’occhio di Dio che ovunque ti vede, il cuore della mamma che sempre ti segue.
Un ammonimento, un insegnamento una raccomandazione, un conforto? .. Fece in ogni modo il suo effetto su di me…piccolo lupetto esuberante e irrequieto, tanto che… la conservo ancora.