Le tre rose di Maria
Il pomeriggio nel paese di Belo si usa passeggiare per il corso. Ogni tanto dei gruppetti arrivano fino al bar in piazza commentando gli ultimi pettegolezzi e i momenti piccanti accaduti durante la settimana.
L’argomento del giorno sono le tre rose di Maria. Sulla piazza principale c’è il negozio del fioraio Giuseppe detto Pinuccio per la sua figura minuta che è il più bello e il più fornito di tutto il paese. La vetrina piena di fiori sistemati con gusto artistico, la fanno bella come un quadro di Monet. Ogni martedì dentro un vasetto di cristallo ci sono sempre tre rose bianche. Una in piena fioritura, l’altra appena sbocciata e la terza in boccio. Sono le rose di Maria.
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Le vuole così perché è così che le durano tutta la settimana. Nel momento che la prima sfiorisce, la seconda mostra tutta la sua bellezza e il bocciolo arriva per ultimo, quando nella vetrina del fioraio sono già pronte le altre. Tutti in paese la conoscono. Occhi verde chiaro tendente al grigio, capelli biondi e ricci, bella come un angelo. Che ama le rose è noto a tutti, com’è noto che le tre rose nella vetrina sono solo per lei. Che puntuale arriva verso le dieci, compra le rose e scambia qualche parola con Pinuccio. Ma qualcosa è cambiato.
Il martedì è trascorso da una settimana, le rose sono ancora nel negozio e stanno miseramente sfiorendo. Pinuccio ha un animo sensibile e si è accorto che si è innamorato di lei e ogni martedì la delusione è tanta. E fa capolino nella sua mente il pensiero che possa esserle capitato qualche guaio. Comincia a chiedere dove abita, dove vive, se si è ammalata. Domande che sono rimaste senza risposta, fino a quando la padrona del supermercato dice che gli farà avere l’indirizzo. Appena avuto va in cerca di Maria.
In via delle Rose c’è una palazzina a tre piani con i balconi sporgenti di cui uno pieno di piante fiorite. Il portone è chiuso e anche le finestre. Sembra un palazzo disabitato. Ma il balcone fiorito lo fa sperare. Resta seduto in auto fino a tardi poi a malincuore va via. Dopo circa un mese che guarda quei fiori, a lui che è un fioraio, viene il dubbio che siano finti. Infatti munito di binocolo scopre che sono finti e perde ogni speranza di rivederla, ma nella sua vetrina il vasetto di cristallo non è mai vuoto.
Passano gli anni. Nel negozio di fiori ora c’è un ragazzo. Si chiama Fiore. È bravo però una cosa non capisce. Per ordine del padre, nella vetrina deve esserci sempre il vasetto con tre rose bianche. Per chi sono? Pinuccio non gliel’ha mai detto. Ma in giro ancora si dice che sono le rose di Maria. Oggi, un martedì uggioso, Pinuccio è solo e prepara come sempre le rose per Maria. Si avvicina alla vetrina e si accorge che al di là del vetro una ragazza lo sta osservando. Due occhi seguono attenti le sue mosse. Un leggero tremore nelle mani, il cuore che batte all’impazzata. Il vasetto di cristallo gli sfugge dalle mani cade e si rompe in mille pezzi. Pinuccio barcolla, riesce a mettersi seduto sulla sedia, la ragazza entra decisa per aiutarlo. Lei sa per chi sono quelle rose. Le comprerà lei tutti i martedì quelle rose. Le porterà lei a sua madre quelle rose. Lei che è la figlia di Maria.