La mia Eva
Eva, di Piero Fornasetti, la comprai poco dopo che nacque mia figlia Eva, oggi diciottenne, ma la esposi in casa solo pochi anni fa.
Una sera, rientrata dopo una settimana ad Artefiera a Bologna, notai immediatamente che un piatto non c’era più! Era tardi, mia figlia dormiva e passai una notte agitata non avendo trovato nemmeno i cocci in giro. La mattina seguente nessuno sapeva nulla! Scoprii poi che il piatto era stato rotto dalla donna di servizio pulendo le scale però, grazie al cielo, aveva raccolto e messo in una scatola tutti i frammenti!
Mi resi conto che il piatto infranto corrispondeva esattamente al “femore sinistro” che io fratturai da bambina, sciando, e così pensai che sarebbe stato bello lasciare il ricordo di questa rottura che ci univa invece che cercare il pezzo nuovo da sostituire. Chiesi a Kazumasa (Kazumasa Mizokami, artista) se fosse stato in grado di evidenziare il restauro con la tecnica giapponese kintsugi e… detto fatto!
Ora la mia Eva non è più un multiplo, questa aggiustatura l’ha resa unica e, in qualche modo, legata alla mia storia.