Con le mie mani
…e poi un giorno mi venne voglia di provare a fare un ‘qualcosa’ di diverso dai quadri (mia grande passione), di creare un ‘qualcosa’ che non è solo disegno, colore e impatto visivo, quel ‘qualcosa’ di tangibile, che nasce sempre dalle mani e in loro cresce, lo senti trasformarsi sotto i polpastrelli, lo impasti, lo stendi, lo ‘picchi’… quel ‘qualcosa’ che proprio dalle mani prende forma e vita…
E ci provai! La terra bagnata era fredda, molla e appiccicosa, la sensazione era piacevole e divertente. Ero curiosa di veder cosa sarei riuscita ad ottenere…
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E bene o male ci riuscii! Istintiva come sono, non ragionai molto sul cosa fare però, pensando a mio figlio, allora adolescente e pazzo per le chitarre, decisi che quella avrei fatto, sì, una bella chitarra…facile no? In un batter baleno avevo già quell’ammaso di sostanza umida, granulosa come una coscia cellulitica, come una palla informe e sgraziata che, con mio rammarico, non stava in piedi, crollava, si accasciava. Incredula, ma non rassegnata, pensai che avevo decisamente sottovalutato il lavoro…
Ma non mollai! Non fu facile, ma dopo molti tentativi e macchinose strategie, magicamente la realizzai! La parte inferiore del corpo, color acero, appoggiata su due piedini neri (ho pensato anche a quelli) rappresenta la chitarra classica, col ponte, le corde e pure il rosone. La parte superiore invece, rigorosamente nero lucido, ha la forma della chitarra elettrica, ha il manico con la tastieria, il collo, la paletta e persino le chiavette… ovvio!
Non si può dire che sia bella, neppure che sia fatta bene, non certamente da mani esperte (ero apprendista!) ma la sua imperfezione la rende unica! Sicuramente è stata fatta col cuore, con la voglia di fare ad Ale un regalo originale e inatteso, con tutto l’amore possibile! La mia ‘carriera’ di ceramista terminò da lì a poco, ma la soddisfazione del giorno che la donai a mio figlio non la scorderò mai, così come la luce dei suoi occhi!
E se, alla fine del XVIII secolo, i liutai napoletani furono i primi a produrre chitarre, nel XXI secolo io sono riuscita a creare, con infinita gioia, una piccola chitarra di terracotta che resterà per sempre a parlargli di me!