La tazza da caffellatte
La tazza ed il piatto erano là al centro della vetrina tra le stoviglie dei giorni di festa. I fiori sembravano tracciati dalla mano incerta di un bambino e il celeste all’interno ricordava il cielo e il mare.
Io la ammiravo rapita sperando di usarla un giorno per fare colazione. Solamente mio padre la usava la mattina di Natale per bere il caffellatte, cosa inusuale, con una fetta di panettone. L’aveva comprata mia madre, forse affascinata da quei colori ed era tornata dalle compere con un’aria festante, tanto rara in lei così seria e controllata.
La tazza mi è stata donata da mia madre dopo la morte di mio padre. La conservo e non ci ho mai fatto colazione.