Palazzo Madama
Questo vaso appartiene alle collezioni permanenti di Palazzo Madama Torino e fu comprato nel 1874 per 160 lire. È uno dei capolavori della prima produzione di Boselli, di cui compendia tutte le novità tecniche e i complessi elementi di cultura figurativa.
Destinato evidentemente a un committente d’eccezione, l’oggetto per la sua forma complessa si ricollega da un lato al gusto rocaille, di cui sono espressione le fitte baccellature a rilievo che ricoprono la parte inferiore del corpo e che si riallacciano a quei motivi a fiamma o a conchiglia già utilizzati anche nel vaso della Carige, dall’altro all’arte del tardo Settecento e del primo Settecento che riaffiora continuamente nelle creazioni del ceramista. Si richiamano al plasticismo del tardo barocco non solo le figure laterali alate, superbamente modellate ma anche la complessa forma del vaso che richiama i modelli creati per gli argentieri dal romano Giovanni Giardini.
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Un delicato motivo a grottesche in monocromia verde che verrà ripreso in altre maioliche di questo periodo, come nei due vasi delle raccolte ceramiche genovesi, decora la parte centrale del corpo vasale, nella quale si aprono due ampie riserve, delimitate da una cornice mistilinea a rilievo, contenenti le raffigurazioni allegoriche della Carità e della Penitenza, entrambe dipinte in en camalieu porpora.
Se le due figure alate sembrano alludere alla scultura genovese dei primi decenni del Settecento, in particolare agli angeli che decorano i laterali degli altari di Bernardo Schiaffino o Giacomo Antonio Ponsonelli, le figurazioni nelle riserve si riferiscono invece ad un modello ben diverso, costituito dalle incisioni veneziane contemporanee della bottega di Giuseppe Wagner, ampiamente diffuse nell’ambito dell’illustrazione libraria e più volte utilizzate da Boselli, come testimoniano anche i Pots pourris del Museo di Strada nuova a Genova. Il vaso era probabilmente fornito di coperchio.